una storia d’amore – io e il farfugium japonicum

questo a sinistra è il mio farfugium japonicum. è stato straordinariamente difficile entrarne in possesso. è incredibilmente comune, ma non la trovavo in vendita. mi sporgevo in giardinetti pittoreschi per guardarla e non la ritrovavo in nessun vivaio. a dirla tutta in pianura non è diffusa e non sapevo come chiamarla. nemmeno quello.
Esistono piante comunissime, che ci sono in tutti i giardini e che nei vivai non si trovano: principalmente perché non vanno più di moda, e anche perché sono piante robuste che sono sopravvissute da quando andavano di moda e si piantavano nei giardini.
la caratteristica principale di questa meraviglia sono le foglie molto grandi e arcuate, credo che si chiamino foglie reniformi. non sottovaluterei nemmeno che è una sempreverde e che fiorisce, ovviamente solo se ne ha voglia, in inverno
sto scrivendo questo perché la mia dopo diversi anni, e la perdita di qualunque speranza, ha finalmente messo dei boccioli. non molto belli per la verità, ma comunque aspetto di vedere cosa succede.
siccome non mi ponevo il problema, avevo pensato che questo , l’ Umbilicus rupestris, potesse essere un parente del farfugium e che in qualche modo fantasioso s’inseminasse in giro, ma che che nei giardini potesse crescere e divenire la pianta che conoscevo
se ci pensate non è poi diverso da quello che succede con le rose da giardino e le rose canine che vediamo nei fossi. una rosa da giardino (che termine infelice) potrebbe essere una rosa niccolò paganini. assomiglia alla rosa canina, ma vedendo queste piante per la prima volta non se potrebbe essere certi. anche a me adesso fa ridere aver pensato che il farfugium e l’ombelico (nome affettuoso per l’ Umbilicus rupestris, fossero la stessa pianta.
Ho fotografato questo ombelichino che cresceva sotto le catene del porticciolo di Camogli, in una manciata di terra sporca. E’una deliziosa piantina, nemmeno questa mi risulta commercializzata, che si potrebbe anche far crescere a casa propria. ma è un’altra storia. non sarebbe difficile, prenderne una piccina da un muro umidiccio e metterla in un vasino.

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